FRANCO MORETTI RADIO FERRARA 1946

Alla fine dell’anno 1945 iniziarono a Ferrara alcuni processi politici legati agli esponenti del regime fascista e colsi questa occasione per chiedere alle autorità di installare una stazione radio nei locali del tribunale , per permettere al pubblico di seguire le fasi dei dibattimenti . L’idea poteva essere una dimostrazione della capacità di noi radioamatori per funzione di pubblica utilità .

Le autorità non concessero l’autorizzazione in quanto le trasmissioni radio erano monopolio dello stato che lo esercitava con la RAI .

Mancavano tre giorni al primo processo che sarebbe iniziato nel Settembre 1945 quando il prefetto di Ferrara , dott Hirsh , mi mandò a chiamare e mi autorizzò ad installare la trasmittente nella sala adiacente le udienze .

I vigili del fuoco mi installarono una antenna filare dalla chiesa di S.Domenico e il palazzo Bentivoglio sede del tribunale e con una delle trasmittenti prelevate sul fiume Po , di fabbricazione tedesca , con la potenza di 30 watt , con microfoni di fortuna effettuai la trasmissione sulla lunghezza d’onda di 230 metri .

Il tutto durò tre giorni e visto il risultato , il prefetto richiese di preparare una nuova trasmittente più potente , in grado di servire tutta la provincia , per un secondo processo , molto più importante , a carico dell’ex prefetto di Ferrara dott. Altini e che si sarebbe svolto in aprile 1946 .

Con calma preparai una “vera” stazione radio con la potenza di circa 100 watt con un telaio metallico con generatore a cristallo , separatore e stadio finale con la ottima valvola 813 . I problemi non mancavano . Per modulare di placca quella potenza servivono almeno 50 watt di bassa frequenza e un trasformatore di modulazione adeguato : Cose che non avevo .

Chiesi l’aiuto di un mio caro amico radioamatore , Nicodemo Pastorelli , che era impiegato in una nota ditta di Ferrara che gestiva impianti di amplificazione sonora nelle piazze . Ottenni un amplificatore da 50/60 watt e ora mancava il trasformatore di modulazione . Gli amplificatori BF hanno una impedenza di uscita tale da collegare gli altoparlanti che erano intorno ai 15/20 ohm . A me occorreva un trasformatore intorno ai 5/6000 ohm . Dopo avere cercato , invano , una soluzione professionale , pensai di risolvere il tutto con un grosso trasformatore di alimentazione . Nel “surplus” americano ne trovai uno da 1000 watt che aveva come secondario 2X500 volt , la tensione per i filamenti delle valvole , attorno ai 4 e 6 Volt e il primario per la rete a 110 volt .

Cominciai le prove e tutto andò perfettamente usando gli avvolgimenti a 6 volt come ingresso dall’amplificatore di BF , e i secondari come alimentazione della tensione anodica di 1500 volt alla valvola 813 finale di potenza a RF .

I microfoni furono realizzati usando l’involucro di un fanale di bicicletta “radius” che erano costruiti da una fabbrica Ferrarese . All’intermo misi le capsule microfoniche costituite da auricolari di cuffie americane magnetodinamiche . Una reticella metallica sostituiva il vetro anteriore del fanale. Ne furono realizzati 6 pezzi e due a colonna utilizzando delle piantane per lampadari .

Il servizio interno del tribunale costruì una piattaforma in legno di circa due metri di altezza e provvide a fare un foro nella parete dell’aula del tribunale chiuso con vetro di isolamento , per permettermi di osservare l’interno e comandare i vari microfoni .

Moretti Franco Tribunale Processo Altini 1946

Mi ero costruito un mixer con valvole 6SN7 , doppi triodi con uscita a bassa impedenza sul catodo . Il tutto veniva inviato all’ingresso dell’amplificatore di bassa frequenza . Il processo cominciò prima della data prevista , il 14 marzo alle ore 9.00 e terminò il giorno 11 aprile 1946.-

Durante tutto il periodo di funzionamento fui aiutato da mia sorella che faceva da annunciatrice , e da alcuni amici che provvedevano alla stesura dei testi e alla trasmissione , nei giorni festivi , di programmi musicali che venivano eseguiti dall’orchestra Orsatti , in un appartamento adiacente al palazzo del tribunale . Si alternarono ai microfoni vari giornalisti e in particolare Don Bedeschi , cappellano militare dell’VIII armata inglese , che parlò delle varie vicende legate al conflitto recentemente concluso .

Nei primi giorni di funzionamento si presentarono alla porta della stanza alcuni finanzieri in divisa per sequestrare la stazione in quanto “illegale” .

Avevamo però due carabinieri dislocati dalla magistratura a protezione del complesso , che impedirono l’attuarsi del sequestro .

Fino al giorno della chiusura del dibattimento , puntualmente si presentavano per eseguire l’ordine ricevuto .

Il processo finì alle tre di notte e quando tutti lasciarono l’aula diedi ai due carabinieri , che ormai erano diventati della famiglia , cacciaviti e tronchesini e procedemmo alla demolizione della stazione . Trovammo una cassa di libri del tribunale , la vuotammo , e raccogliendo i vari componenti li ponemmo nella cassa che fu portata a pianterreno e caricata su un auto –

Il tutto fini nel mio negozio . Erano le cinque della mattina del 15 aprile 1946 . La mattina seguente , trovai davanti alla porta del mio negozio una carovana di auto . Polizia , carabinieri , finanza , RAI . Alla richiesta delle generalità ed esibendo un mandato di requisizione , vollero sequestrare la stazione della .. “cosiddetta” Radio Ferrara .

Aperta la saracinesca indicai loro la cassa con il relativo contenuto , che conteneva quello che fu la radio Ferrara da loro richiesta .

Non fu ben accettata la soluzione dai presenti convinti di poter trovare una stazione radio , come descritta dai vari giornali , e funzionante .

Il comandante dei finanzieri fece buon viso a cattivo gioco e alla richiesta di esibire la autorizzazione alla gestione , presentai la lettera con l’ordine del prefetto di Ferrara che mi ordinava di allestire una stazione radio per diffondere il processo Altini evitando la ressa del pubblico nell’aula del tribunale .

La parte burocratica però terminò con la firma da parte mia di un verbale di ben 14 pagine sottoscritto anche dal comandante dei carabinieri e dai delegati della RAI .

Così finì la storia di Radio Ferrara che mi aveva dato la grande soddisfazione di creare , senza nessun scopo di lucro, un pubblico servizio dimostrando che i radioamatori potevano essere di grande utilità alla comunità.

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